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Vita
nelle valli
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I casoni da pesca
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L'organizzazione della pesca
nelle Valli di Comacchio si fonda , da sempre , sui casoni : siti di
attività lavorative e fino a pochi anni orsono alloggi dei vallanti
nelle permanenze in valle.Capanne erette con pali e rivestite di materiale
vegetale, chiamato grisola, un insieme di fasci di canna palustre, legati
tra loro con la paviera (fibra di giunco o carice). Solo a partire dal
1600 si iniziò a costruirli in muratura e con più vani. Sono
caratterizzati da un'altezza modesta e da porte e finestre ridotte.
La loro funzione era doppia:
1. Stazioni di pesca: vi risiedeva il vallante che si dedicava
all'attività. Era sempre presente un camino per il riscaldamento e per
cuocere il cibo, quasi esclusivamente costituito da pesce e polenta. Ogni
abitazione possedeva in genere una Tabarra, un magazzino-laboratorio per la
costruzione e manutenzione degli
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attrezzi da
pesca e dei manufatti di uso corrente, quasi sempre caratterizzati da
oggetti in grisola, adoperati per i lavorieri.
2. Stazioni di appostamento: erano spesso provviste di torre con guardiola (come il casone Foce),
che serviva per la sorveglianza da parte delle guardie vallive, contro la
pesca illecita, praticata dai fiocinini (pescatori di frodo che si
servivano delle fiocina).Oltre ai casoni c'erano le Cavane, cioè capanne per il ricovero delle barche.
L'organizzazione e la dislocazione dei casoni avveniva in base alla suddivisione dei
quattro comprensori vallivi, alla loro estensione, alla manodopera impiegata in ognuno e alla quantità di pescato.
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In ogni quartiere c'era in genere un casone principale e alcuni minori.
Oggi sono visitabili due casoni di appostamento (Foce e Coccalino) e tre di pesca: il casone Foce, sede del ristorante Bettolino di Foce, il casone
Serilla, che era uno dei maggiori, provvisto di tabarra e cavanna, e un casone minore, il
Pegoraro. Attualmente sono attive
cinque stazioni di pesca e sette case di vigilanza.
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IL
lavoriero |
l lavoriero è uno strumento molto antico, ma ancora efficiente e fondamentale per la pesca di valle, che consente di catturare le anguille separatamente da cefali e altri pesci, durante le loro migrazioni a mare, stimolate dall'istinto riproduttivo.
Si tratta di un manufatto formato da una serie di bacini comunicanti, a forma di punta di freccia: un tempo era interamente costruito in grisole (fasce di canna palustre legate da
paviera) e pali, mentre oggi è in cemento e griglie metalliche.Il
sistema di cattura è comunque sostanzialmente lo stesso del passato: al
di là delle numerose ed oscure leggende legate al luogo di riproduzione
dell'anguilla
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(mar dei
Sargassi), resta il fatto che tutti i pesci di valle, in un certo periodo dell'anno, sentono l'istinto di emigrare verso
il mare e viceversa di ritornare alla valle. Il lavoriero li fa convergere
in passaggi obbligati e li cattura, all'entrata ed all'uscita, in due
fasi: nel primo sbarramento, a maglia più larga, restano impigliati tutti
i pesci, tranne l'anguilla, che essendo più sottile riesce ad
oltrepassarlo, ma viene bloccata al secondo sbarramento, caratterizzato da
maglie più fitte.
Un buon vallante deve sapere, inoltre, che l'anguilla sessualmente matura, in autunno, specie nelle notti senza luna e burrascose, non può evitare di spingersi a mare per la riproduzione.
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Le saline |
Localizzazione: dalla SS 309 Romea, venendo da Comacchio, all'altezza del Lido degli Estensi, si segue la piccola indicazione Saline. Dopo aver costeggiato l'argine del Canale
Logonovo, per poco più di 1 km si arriva ai resti della Torre Rossa. Da qui sono visibili le saline, che si estendono a ridosso del casone
Pegoraro, a sud-ovest della valle Campo.Si estendono per 600 ettari e si articolano in fitti intrecci di canali, specchi d'acqua, con chiuse ed impianti di derivazione delle acque ed alcuni casoni dismessi lungo il perimetro.
Fin dai tempi più remoti qui veniva estratto il sale e tale attività fu causa di numerose guerre con Ravenna e Venezia.
L'estrazione del sale è stata interrotta nel 1984, non ritenendola più un'attività remunerativa. Da quel momento è divenuta una zona umida salmastra di notevole valore naturalistico, dove nidificano molti uccelli di palude e dove, da alcuni anni a questa parte, sostano anche i fenicotteri rosa.
Nelle vasche di decantazione, prive di acqua, la superficie è una crosta di sale, dove, nelle fratture, si sviluppano piccoli crostacei e insetti.
La Salina è patrimonio dello Stato. E' in corso di definizione la sua concessione al Comune di Comacchio.
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